Promesse

febbraio 11, 2009

Che c’è di promettente nella vita?
Troppi uomini attendono promesse, cani castrati che non sanno
che accettare le parole di coloro che insegnan che cos’è poesia;
c’è Ginsberg sul tetto di casa mia, vomita colori,
e vedo altre cento capanne bruciare all’orizzonte,
calde ed accoglienti ora come mai.
Promesse ancestrali disattese da colonnelli in camicia
che di notte vagano sonnambuli sugli interstizi delle mie parole,
per sancire segreti accordi con il demonio
vestito di bianco, crocefisso spianato.
Tradurremo questi versi in parole ben accette
prima della fine, dell’avvento delle ceneri,
THC parlante attraverso spoglie menti
che promisero nuovi mondi, ora invischiate nelle reti
del porno e del diritto, degli schermi al plasma e del delitto,
mentre Niels ci parla dei pezzettini del suo universo,
mentre Albert sancisce che le curve sono il principio
(ed io ben lo sapevo prima di legger il suo diario in segreto).
Tutto questo è mondo, fatto più di delusioni ben promesse
che di promesse deluse.
Rimango sulla strada ad ascoltare farneticazioni
di un vecchio comunista sdentato, che ancora sogna
la madre russia, ed ancora io mi trovo a pensare
che nella farneticazione
c’è ben di più
di ciò che volentieri si condanna.